Obesità e sovrappeso

Obesità e sovrappeso

Circa il 16% delle persone in Italia soffre di Obesità e ben oltre il 50% è in sovrappeso. Secondo un’indagine di Altroconsumo, l’obesità infantile in Italia, rappresenta una emergenza sanitaria. Emerge che i bambini italiani in sovrappeso hanno raggiunto il 20,9% , quelli obesi sarebbero il 9,8%. Su 20 mila famiglie italiane con figli sotto i 10 anni, il record negativo è nel Sud e nel Centro, con il 37% di ragazzi di 8-9 anni in sovrappeso o obesi.

Ma come si fa a stabilire se una persona è Obesa o Sovrappeso?

La risposta è nel BMI: Body Mass Index, ovvero l’indice di massa corporea. Il BMI venne messo a punto da un ricercatore belga: Adolphe Quetelet (1796-1874).
L’indice BMI viene calcolato con una semplice formula:
Peso / Statura^2
basta cioè dividere il peso in kg per il quadrato dei metri di statura (statura x statura).

Facciamo un esempio: se una persona pesa 70 kg ed è alta 1,75 metri, avrà il seguente indice BMI: 70 / (1,75 x 1,75) = 70 / 3,06 = 22,88.

L’Indice di Massa Corporea è definito in questo modo:

Situazione del soggettoValore MinValore Max
Normopeso18,624,9
Sovrappeso2529,9
Obesità3039,9
Obesità patologica4049,9
Super Obesità50in su

Pertanto, nel nostro esempio, il soggetto risulta “normopeso“.

Il fenomeno dei “chili di troppo“, purtroppo dilaga, e le statistiche, ma anche la semplice osservazione di chi incontriamo per strada, presentano un quadro piuttosto allarmante. Allo stesso modo in cui cresce l’obesità, crescono anche numerose altre patologie (correlate): ad es. problemi cardiocircolatori, malattie degenerative ecc.
Chi è un attento osservatore, avrà anche notato che le persone in sovrappeso presentano il grasso accumulato in particolare su pancia, addome, glutei (sedere) e cosce. Infatti, molto spesso, il resto del corpo non presenta tracce di eccessivo “rigonfiamento”.

  • Uomini, “obesità androide“: pancia e addome
  • Donne, “obesità ginoide“: glutei e cosce

Questa particolare distribuzione del grasso che non intacca, per esempio, le braccia, è sintomo del fatto che il grasso è causato dall’azione dell’insulina, piuttosto che da poco movimento o eccesso di alimentazione. Per capire in che modo l’azione dell’insulina influenza le zone in cui il grasso si va ad accumulare, è certamente utile leggere l’articolo sulla Cellulite.

Queste considerazioni ci portano già a un passo dalla vera causa dell’obesità, che non è il “mangiare troppo“, bensì il “mangiare male“. Parliamo di ciò che viene consumato abitualmente, tutti i giorni, più volte al giorno: Pasta, Pane, Pizza, Riso, Patate, Legumi.
Quindi, stiamo parlando di alimenti ricchi di Carboidrati fino al 90% del loro peso! Ovviamente, come se non bastasse, a tutto questo, vanno aggiunte Bibite zuccherate, Succhi di Frutta, Merendine e Snack di vario tipo.

Il consumo abituale di questo tipo di alimenti che altro non sono che un concentrato di Zucchero porta a innalzare la glicemia. Ad ogni pasto, quindi, il corpo è sottoposto a continui picchi glicemici, attivando l’insulina, più volte, ogni singolo giorno. Gli effetti devastanti di questo tipo di alimentazione si presentano all’esterno sotto forma di accumulo di grassi.
Purtroppo, ciò che succede all’interno dell’organismo è perfino peggio. Entrambe le forme di obesità (Androide e Ginoide) sono accompagnate da un fenomeno di infiammazione che scaturisce dalle cellule adipose. La continua produzione di citochine infiammatorie innesca uno stato di infiammazione cronica che può sfociare in ogni genere di patologia.

Va considerato, però, che l’Indice di Massa Corporea o BMI, non ci consente di sapere il vero stato del soggetto, in quanto non ci dà informazioni riguardo alla quantità di massa grassa. Per poter fare questa diagnosi esistono appositi strumenti di misura (da stringere con le mani) che utilizzano il passaggio di corrente elettrica (basso voltaggio).

La percentuale minima di grasso indispensabile all’organismo è del 4% negli organi interni e un ulteriore percentuale di grasso sottocutaneo, pari a un ulteriore 4% per gli uomini e 10% per le donne.

L’Indice di Massa Corporea, non consente di stabilire con esattezza la reale condizione di un soggetto. Infatti, per esempio, un soggetto di sesso maschile, alto 1,77 metri dovrebbe pesare 67 kg , con il 9% di grasso corporeo e un BMI (Indice di Massa Corporea) pari a 21,38.

Secondo l’Indice di Massa Corporea (BMI), fino al valore di 24,9 il soggetto è ancora “normopeso”. Pertanto, il medesimo uomo, se dovesse arrivare a pesare 79 kg, potrebbe ancora essere considerato “nella norma”.
Invece, in base al calcolo di massa magra, avrebbe circa il 29% di grasso (pari a 17 chili di grasso in più del necessario, ovvero circa 21% del peso corporeo).

Gli alimenti ricchi di carboidrati hanno un ulteriore risvolto negativo per quanto concerne il sovrappeso: non inducono la produzione della colecistochinina: ormone che fa scattare il “senso di sazietà“. Questo porta facilmente a consumare quantità di cibi che vanno oltre il necessario.
La situazione viene ulteriormente aggravata da un ulteriore fattore: la “leptino resistenza“. Ma cosa è la “leptino resistenza“?

L’insulina prodotta dal pancreas a causa dell’eccesso di zuccheri, provoca cali di leptina (successivi ai picchi glicemici), che a loro volta causano produzione dell’ormone della fame: la grelina.
Continui sbalzi di leptina, causano col tempo quella che viene definita “leptino-resistenza“, in grado di diminuire gli effetti della leptina sulle cellule bersaglio. Questo influenza direttamente il funzionamento della tiroide (con l’effetto di far calare il metabolismo del corpo) e al tempo stesso provoca una crescente produzione di grelina e quindi una fame inarrestabile!

Come dimagrire

A questo punto pare piuttosto evidente che dimagrire è possibile modificando le abitudini alimentari. Sarà sufficiente eliminare dalla propria alimentazione tutti i cibi ricchi di zucchero fino al 90% del loro peso. Pertanto si dovrà rinunciare ai classici “cibi italiani”: Pasta, Pane, Pizza, Patate, Riso, Legumi. In alternativa, si potrà seguire una “Alimentazione Paleo“.

Naturalmente, oltre alla alimentazione, lo stile di vita è importantissimo: fare tanto movimento fisico ed evitare il più possibile bevande alcoliche e in genere bevande zuccherate e/o bevande fermentate (vino, birra ecc…).

Integratori per dimagrire

Oltre ad un corretto stile alimentare, una corretta integrazione di micronutrienti, consente di agevolare la perdita di peso.
Vediamo in dettaglio quali sono i migliori integratori per perdere peso.

  • Coenzima Q10: per ottimizzare l’utilizzo degli acidi grassi nei mitocondri. Il coenzima Q10 è un enzima che migliora la produzione di Atp durante la “respirazione cellulare“. La presenza di Q10, infatti, aumenta la produzione di energia da parte dei mitocondri e promuove un maggiore consumo di acidi grassi.
  • Arginina: amminoacido che stimola l’utilizzo degli acidi grassi, inibendo produzione di cortisolo (che invece tende ad aumentare il consumo del glucosio da parte delle nostre cellule).
  • Carnitina: dipeptide (composto da due amminoacidi) che viene utilizzato dalle cellule come biovettore per far entrare gli acidi grassi nei mitocondri. In fase di allenamento, per esempio, aumenta del 25% il consumo di grassi.
  • Glutammina: aminoacido non essenziale che aumenta il consumo degli acidi grassi all’interno del mitocondrio, inibendo così, il processo di catabolismo della massa magra.
  • Taurina: amminoacido solforato che ottimizza lo scambio di ossigeno tra il sangue e le cellule, permettendo un maggiore utilizzo degli acidi grassi nei mitocondri.
  • Ornitina alfa-chetoglutarato: composto da due unità di ornitina ed una molecola di alfa-chetoglutarato, capace di inibisce l’effetto catabolico (trasformazione della massa magra in glucosio) aumentando il consumo degli acidi grassi. Gli sportivi la adoperano proprio per ridurre i depositi di grasso.
  • Pepe nero: incrementa la produzione di calore e per farlo, utilizza proprio il grasso. Basti pensare che se viene consumato ad ogni pasto, può aumentare il consumo delle calorie anche del 10% .

La riduzione del glucosio è un ottimo modo per ottimizzare l’effetto dell’insulina e per ridurre gli accumuli di grasso negli adipociti nonché la produzione di leptina (leptino-restistenza).
Al fine di ridurre il glucosio nel sangue, è utile assumere:

Diminuire la produzione di cortisolo (responsabile dell’innalzamento della glicemia, del rallentamento della tiroide, nonché dello stato di acidosi tissutale):

Contrastare Disbiosi intestinale, Sibo e Permeabilità intestinale:

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