Osteoporosi: ossa fragili

Osteoporosi: ossa fragili

L’osteoporosi, come suggerisce il termine stesso, sta ad indicare “ossa porose“. L’osteoporosi, infatti, è una condizione in cui le ossa dello scheletro sono soggette a perdere massa. Il processo di deterioramento della struttura ossea indebolisce progressivamente le ossa fino al punto da causarne facili lesioni o fratture.

L’osteoporosi determina le seguenti condizioni:

  • assottigliamento della parte corticale (esterna) delle ossa
  • diminuzione delle trabecole (celle spugnose) all’interno dell’osso

Le forme di osteoporosi più comuni sono:

  • osteoporosi post menopausale, detta osteoporosi di 1° grado
  • osteoporosi di tipo senile, detta osteoporosi di 2° grado

Senza dubbio, il fenomeno dell’osteoporosi, colpisce principalmente le cosiddette persone anziane e in maggioranza il sesso femminile.
Anche se la perdita di massa ossea riguarda tutto lo scheletro, i maggiori problemi colpiscono:

  • anca
  • femore
  • vertebre

L’osteoporosi, in Italia, riguarda circa 3 milioni e mezzo di donne e circa 1 milione di uomini. Ogni anno, le statistiche parlano di 250 mila fratture: 70 mila fratture del femore e 80 mila fratture dell’anca.
Purtroppo, a seguito di tali fratture, molto spesso, il soggetto resta invalido in modo permanente, oppure, muore entro un anno dall’intervento chirurgico.

Le cause dell’osteoporosi

La diagnosi dell’osteoporosi viene fatta a seguito di apposito esame di densitometria ossea, che valuta la densità del tessuto osseo.
L’intero scheletro umano è composto da circa 1,2 kg di calcio ed è una struttura di collagene.
La struttura ossea è fatta da:

  • cellule osteoblasti
  • cellule osteoclasti

queste cellule sono in costante attività di rimodellamento osseo.

Basti pensare che, ogni giorno, le cellule osteoclasti sono in grado di distruggere parte del tessuto, andando a restituire calcio al sangue. Nella medesima giornata, specie di notte, le cellule osteoblasti provvedono alla ricostruzione delle ossa, adoperando il calcio nel sangue.
È importante sapere che questo processo è perennemente in funzione per tutta la vita dell’essere umano.

Ne consegue, che l’osteoporosi è determinata da uno sbilanciamento negativo tra il tessuto che viene distrutto e quello ricostruito.
A questo punto è lecito domandarsi: come mai, ad un certo momento, il processo tra distruzione e ricostruzione va in negativo?

La causa di tale sbilanciamento sta nella carenza di micronutrienti indispensabili per la ricostruzione ossea. Tali micronutrienti sono essenzialmente:

La carenza di calcio è in gran parte determinata dall’acidosi tissutale.
Infatti, in un organismo, i cui tessuti cellulari sono in acidosi, il pH è acido e dunque, il metabolismo necessita di usare un elemento alcalino (il calcio presente nelle ossa) per poter ridurre l’acidità.
Pertanto, il nostro metabolismo “attinge” calcio dalle ossa al fine di contrastare lo stato di acidosi cellulare.

Si tratta di una “scelta obbligata”: il nostro corpo deve “scegliere” se morire a causa di un pH troppo acido, oppure, indebolire le ossa per restare in vita!

Siamo dunque arrivati al cuore della reale causa di osteoporosi: l’acidosi cellulare. Come per le altre patologie che abbiamo già esaminato, anche nel caso dell’osteoporosi, il ruolo dell’alimentazione è di fondamentale importanza. Infatti, l’acidosi, è una condizione innescata dal tipo di cibi che andiamo a consumare abitualmente.
Una alimentazione ricca di amidi e carboidrati determina un pH acido poiché scatena acidosi cellulare. Questo accade poiché un eccesso di zuccheri (semplici e/o complessi) mette in moto insulina e cortisolo in quantità massicce, generando una gran quantità di scorie acide.

La scienza sa perfettamente che la produzione di energia per mezzo del glucosio genera scorie acide: atomi H+ e piruvato. Queste scorie, escono dalla cellula, vanno a finire nella matrice e poi nel sangue.

Ma come se non bastasse, i fitati presenti nei cereali (e derivati) vanno a inibire il corretto assorbimento dei minerali fondamentali:

La carenza di Vitamina D è uno dei fattori più critici per l’osteoporosi, in quanto determina espulsione renale del calcio piuttosto che la sua assimilazione nell’intestino.
Il nostro corpo, per sintetizzare vitamina D, necessita di vita all’aperto: solo per mezzo dell’esposizione al sole, la pelle può produrre gli elementi necessari al fegato per la sintesi. Inoltre, va precisato che la produzione endogena di vitamina D, viene inibita dall’acidosi tissutale.
L’acidosi, infatti, induce eccessive quantità di calcio nel sangue, ed attiva il cosiddetto feedback negativo. In tali condizioni, il metabolismo è “portato a credere” che vi sia un eccesso di calcio, al punto tale che i reni eliminano la vitamina D per evitare ulteriore assorbimento intestinale di calcio!

Insomma, detto in termini scherzosi, si tratta di un cane che si morde la coda.

Curare l’osteoporosi

Da quanto appreso, appare abbastanza evidente che per combattere l’osteoporosi o quantomeno per evitare che degeneri, è necessario ridurre lo stato di acidosi. A tale scopo, occorre ridurre drasticamente il consumo di carboidrati e amidi, quindi: Pasta, Pane, Pizza, Riso, Patate e Legumi. Solo in questo modo sarà possibile ridurre le scorie acide e far diminuire l’acidità cellulare dell’organismo.
Si tratta del rimedio per osteoporosi più semplice e più efficace che si possa mettere in atto.
Così facendo, il nostro metabolismo, non sarà più costretto a rubare calcio alle ossa per combattere l’acidosi.

Integratori per osteoporosi

  • vitamina D: per regolare il metabolismo del calcio, consentirne una corretta assimilazione a livello intestinale, regolare cellule fibroblasti (per la costruzione del tessuto osseo), per aumentare la potenza muscolare 
  • vitamina C: indispensabile alla produzione del collagene (quindi anche di ossa e cartilagini). Non a caso, proprio la vitamina C viene utilizzata per agevolare la cura di: fratture, rachitismo e osteomalacia
  • magnesio: minerale presente in gran quantità nelle ossa, indispensabile per crescita e robustezza
  • calcio: minerale “pilastro” dello scheletro
  • arginina: aminoacido fondamentale della matrice cellulare delle ossa. L’arginina stimola la produzione dell’ormone Gh (per la ricostruzione delle ossa)
  • lisina: aminoacido coinvolto nei processi di formazione di tessuto connettivo osseo-cartilagineo. La lisina, inoltre, migliora l’assorbimento intestinale del calcio (evitando che venga espulso per mezzo delle urine).

Per agevolare la ricostruzione dei tessuti osteo-muscolari e contrastare la sarcopenia:

Per combattere malattie degenerative delle ossa, tipo artrosi:

Per contrastare malattie degenerative dello scheletro, tipo artrite:

Per ridurre l’acidosi tissutale ed evitare rischio di abbassamento del pH del sangue:

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